Omelie di Mons. Antonio Donghi

14 settembre 2015

XVII DOMENICA T.O. – ANNO B – 26 Luglio 2015

Filed under: g. Luglio 2015, Omelie anno 2015 — papolino25 @ 20:31

Letture: 2 Re 4,42-44 Ef 4,1-6 Gv 6,1-15

OMELIA

download (1)Gesù ci conduce nel suo riposo perché possiamo assumerne tutti i sentimenti: il riposo è il fascino di Gesù che ci aiuta a scoprire la nostra umanità e, in questo contesto, intravediamo la profondità del brano evangelico ascoltato che ci fa intuire come Gesù sia il grande protagonista della nostra esistenza.

Infatti se guardiamo attentamente il brano di questa mattina Gesù è il grande protagonista partendo da quella sottolineatura con la quale l’evangelista apre il racconto della moltiplicazione dei pani: “Gesù alzati gli occhi vide molta gente”. Ed è molto bello soffermarci su questa nota dell’evangelista perché in queste parole cogliamo la bellezza del miracolo compiuto da Gesù attraverso l’attenzione dei suoi occhi: “alzati gli occhi”.

È’ un atteggiamento questo che frequentemente troviamo nel Vangelo, specie di Giovanni. Gesù – sempre – quando deve fare qualcosa di grande, alza gli occhi: è il rapporto con il Padre, ma questo rapporto con il Padre deve essere un rapporto anche con l’uomo.:. innamorato del Padre e innamorato dell’uomo; con quegli occhi che sono innamorati del Padre e degli uomini, Gesù vede quella folla.

Questo verbo “vedere” ritraduce l’interiorità di Gesù. Cosa vuol dire vedere per Gesù?

Se guardiamo attentamente l’evangelo di Giovanni il verbo “vedere” appare continuamente perché il vedere non è semplicemente fare una  constatazione, il vedere è la finestra attraverso la quale l’uomo entra nel cuore di Gesù. In quel vedere le folle, Gesù accoglie dentro di sé tutta quella umanità. Quando ci accostiamo a Gesù dobbiamo sempre avere questa percezione di fondo: Gesù ha uno sguardo aperto su noi perché vuole che noi diventiamo lui, e questa sottolineatura la cogliamo molto bene in quello che dice l’evangelista dopo che Gesù ha posto la domanda a Filippo: “dove potremo raccogliere tanto pane per questa gente?  L’evangelista dice: “Gesù sapeva quello che doveva fare”. (more…)

XVI DOMENICA T.O. – ANNO B – 19 Luglio 2015

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Letture: Ger 23,1-6 Ef 2,13-18 Mc 6,30-34

OMELIA

apostoliIl cristiano è colui che vive gli stessi sentimenti di Cristo.

L’intera esperienza dell’evangelizzazione ha come meta che chiunque sia raggiunto dal Vangelo abbia l’interiorità del Maestro per vedere, nello stile dell’esperienza del Maestro divino, le grandezze della vita.

Gesù questa mattina ci vuole aiutare a cogliere il metodo perché questa mentalità che egli vuol regalare agli uomini divenga la mentalità di tutti.

L’atteggiamento che Gesù ci pone dinnanzi è l’atteggiamento del riposo-solitudine come rimedio all’uomo che vive il travaglio di tutti i giorni. In quel trambusto che qualificava la vita dei discepoli con il Maestro, Gesù dice loro: “Ritiratevi in disparte in un luogo solitario perché possiate ritrovare voi stessi nella comunione con me”.

È il grande mistero del riposo nel quale ogni uomo è chiamato a ritrovare se stesso.

Se dovessimo porci la domanda: che senso ha riposare? Come risposta immediata avremmo una lettura di tipo negativo: fermarsi un momento, allontanarci dalle attività e distenderci.

Questa visione, che per certi versi può essere una visione buona, non è quella evangelica. Se guardiamo attentamente il Vangelo ci accorgiamo che quel riposare è stare con il Maestro per ritrovare se stessi allontanandoci dalle schiavitù del correre quotidiano in modo da avere un cuore libero e aperto alla novità di Dio.

Spesso abbiamo una concezione di riposo come fatto negativo: non andare a lavorare, dormire di più, o linguaggi simili…… Un atteggiamento di questo genere è un atteggiamento senza valori. Anche gli animali riposano……

La bellezza del riposo a cui oggi Gesù ci richiama è stare con lui per ritrovare il senso della vita e il vero riposare è rinverdire continuamente quali siano i presupposti attraverso il quale costruire la vita; l’uomo è tale poiché, in tutto quello che è e fa, pone sempre motivazioni evangeliche. Vivere le motivazioni evangeliche non è la cosa più semplice…noi veniamo bombardati da un altro tipo di mentalità che non è il Vangelo, soprattutto il mondo mass-mediatico impedisce di avere un cuore evangelico. Allora, il riposo è, con Gesù, entrare nella profondità del reale, cercare di scoprire il mistero della vita, recuperare le categorie attorno alle quali dare senso al nostro istante. Questo anche dal punto di vista di una antropologia culturale è estremamente vero. (more…)

XV DOMENICA T.O. – ANNO B – 12 Luglio 2015

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Letture: Am 7,12-15 Ef 1,3-14 Mc 6,7-13

OMELIA

downloadIl cristiano, quando rientra in se stesso e cerca di scoprire il mistero della sua vita, si accorge d’essere solo dono. Questo ce lo ha regalato l’apostolo Paolo attraverso l’inno ascoltato nella seconda lettura e che ritraduce l’esperienza della Chiesa antica. Chi è il cristiano se non “il luogo” della condiscendenza amorosa di Dio che lo avvolge nel più profondo del suo essere?

Il cristiano è la vivente Trinità perché la sua vita sia un inno di lode. È quella contemplazione che dovrebbe continuamente qualificare la nostra storia e darci quell’entusiasmo della vita nonostante l’oscurità del quotidiano. Ma come il cristiano può prendere coscienza di essere questo capolavoro?

Il Vangelo ci offre tre sfumature che ci possono aiutare a intuire la profondità di essere capolavoro: il regalare, l’essere dono ai fratelli attraverso un’intensa esperienza di povertà per poter nelle cose, attraverso la relazione del feriale, comunicare la speranza di Dio. Il primo aspetto che dobbiamo cercare, alla luce del Vangelo, di rinverdire continuamente è la gioia di essere puro dono.

I doni di Dio ci sono offerti per essere regalati.

Il fascino della grandezza di Dio non è qualcosa che ci rinchiude in un solipsismo estatico: com’è bello!

La grandezza del rivelarsi di Dio deve essere comunicata; chi non comunica non conosce. Nell’atto nel quale comunichiamo, prendiamo coscienza di quello che siamo. Colui che non regalasse i doni di Dio, chi non si regalasse come dono di Dio non capirebbe mai la gioia d’ essere dono. Ognuno avverte fino in fondo la grandezza di Dio nella sua vita quando ai fratelli consegna, con la potenza interiore della sua vita, quanto Dio sia veramente grande. Ogni dono è vero perché è da regalare. (more…)

XIV DOMENICA T.O. – ANNO B – 05 Luglio 2015

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Letture: Ez 2,2-5 2 2Cor 12,7-10 Mc 6,1-6

OMELIA

gioia5wLa bellezza del Vangelo è fare l’esperienza della novità quotidiana di Dio.

Il cristiano accogliendo il Maestro ritrova giorno per giorno il senso e il gusto della vita, ma l’interrogativo che nasce a livello interiore potrebbe essere espresso in questi termini: ma qual è la strada che dobbiamo percorrere per gustare veramente la vita?

Dal momento che Gesù non ha scritto niente, non ci ha detto o non ci ha dato nessuna precettistica, ma ci ha consegnato semplicemente se stesso. La bellezza dell’evento cristiano non è un codice morale, ma una persona e quindi l’interrogativo che nasce nel cuore dell’uomo è: come mi devo comportare per fare scelte evangeliche?

In questa dialettica appare il volto del profeta: Gesù è il profeta. Quando vogliamo veramente cogliere il nucleo della nostra esistenza e trovare l’anima delle nostre scelte dobbiamo andare da Lui che è il profeta.

Ma cosa vuol dire la parola profeta se non colui che, guidato dalla potenza dello Spirito Santo, dice all’uomo quale dovrebbe  essere l’itinerario nella sua vita. Il profeta è la parola di Dio perché l’uomo sia se stesso. (more…)

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