Letture: 1Re 3,5.7-12 Rm 8,28-30 Mt 13,44-52
OMELIA
Il discepolo è un evidente capolavoro di Dio.
È quello che Gesù nelle parabole del regno ci vuole indicare.
Davanti a questa ricchezza l’uomo è continuamente chiamato a renderla una esperienza propria e personale: Dio è grande, ma l’uomo deve scegliere perché in base alla scelta si determina non solo lo stile della vita presente, ma anche la realtà futura. È quello che Gesù ci ha indicato nelle parabole di questa mattina: Lui è grande, ma l’uomo capisce la grandezza del rivelarsi di Dio nel momento in cui sceglie.
Per poter stimolare questa nostra scelta Gesù, attraverso la parola ascoltata, ci offre due piste che dobbiamo continuamente avere presenti. Da una parte l’attività meravigliosa di Dio nella nostra vita, dove il Signore non solo ci rende capolavori, ma opera attivamente dentro di noi e, dall’altra, il desiderio intenso di avere una sapienza, una capacità di lettura che possa portarci a scegliere secondo il mistero del regno.
Innanzitutto davanti a questa vocazione a scegliere dobbiamo prendere coscienza di quello che Dio in modo meraviglioso opera nella nostra storia ogni giorno. È quello spaccato che l’apostolo Paolo ci ha regalato: chi è Gesù? Il primogenito di ogni creatura.
Contemplando Lui, lasciandoci prendere da Lui, possiamo operare delle scelte perché in Lui Dio opera in modo meraviglioso. È interessante come l’apostolo Paolo abbia utilizzato quei quattro partecipi passati: predestinati-chiamati-giustificati-glorificati.
Sono i quattro passaggi all’interno della vita.
Predestinati: Dio fin dall’eternità ci ha intensamente chiamati ad essere i suoi. Quando nasce un bambino ha la grande destinazione di glorificare Dio: è l’atto creante di Dio. Ogni nascita è un pensiero di Dio che si fa storia e Dio ci fa nascere perché lo possiamo eternamente glorificare.
Questo pensiero è divenuto storia, ci ha chiamati. Dio è un pensiero attivo e questo pensiero attivo-che è Dio-ci chiama all’esistenza. La nascita non è l’uomo che nasce, ma Dio che fa nascere l’uomo e, nel momento della nascita, si concretizza questo pensiero dove l’uomo ha in se stesso la vocazione ad essere giusto, ad essere in comunione con Dio. È bello vivere l’esistenza come l’essere plasmati dalla gratuità di Dio che è più grande delle nostre risposte e delle nostre infedeltà perché dobbiamo giungere ad essere glorificati: contemplare eternamente vivo.
Quando entriamo nella profondità e nella bellezza della vita credente ci percepiamo come nati da Dio, vivendo con Dio, respirando in Dio per giungere a Dio. È la bellezza della vita.
Noi siamo un capolavoro perché Dio non smette mai di operare in modo meraviglioso nella nostra esistenza. Dovremmo gustare questa creatività inesauribile di Dio…..
Davanti a questo mistero l’uomo si pone inevitabilmente l’interrogativo: come posso gustare questa grandezza di Dio? È l’insegnamento che ci dà Salomone: la preghiera, la supplica, la richiesta continua della sapienza dove, la sapienza, è la capacità di interpretare la vita secondo Dio, di operare scelte secondo Dio nella consapevolezza che Dio è creativo nell’uomo che ha la gioia e il coraggio di supplicare. La supplica è il terreno di questa creatività divina.
L’uomo avverte chiaramente la sua drammatica povertà, percepisce che non riesce fino in fondo ad entrare in questo grande mistero di Dio, avverte la stoltezza all’interno della propria storia e, da qui, la supplica.
La supplica è la gioia dell’uomo di essere docile al Dio fedele.
Quando scegliamo, lo facciamo secondo la sapienza di Dio. Sicuramente, nel mondo contemporaneo, scegliere secondo la sapienza di Dio è molto arduo perché facilmente abbiamo la mentalità del mondo pragmatico e consumistico, del mondo dell’estetismo e dell’utile.
Dovremmo ritrovare la gioia di supplicare per avere questa sapienza, questo criterio interpretativo che è da chiedere continuamente al Signore. Le nostre scelte generano sapienza per cui la supplica è la consapevolezza della nostra povertà attraverso la quale ci rendiamo disponibili alla creatività di Dio perché, nel momento in cui scegliamo, ci apriamo alla sapienza. Allora la vita è un continuo cammino nel quale la mentalità di Dio diventa la nostra mentalità e, la nostra mentalità in Dio, è la realizzazione della nostra umanità.
Scegliere in Dio, supplicare Dio per camminare come Dio. È la grande vocazione all’interno della nostra esistenza!
La vocazione a scegliere per potere entrare in questo meraviglioso disegno divino non è niente altro che dire grazie a Dio che in modo meraviglioso ci guida, ci stimola a chiedere la sapienza per poter veramente vivere di Lui. Scegliere è anticipare quella scelta meravigliosa: quando moriremo, in quel momento, con l’entusiasmo della fede sceglieremo eternamente Dio, sceglieremo colui che-innamorato dell’uomo-ci guida giorno per giorno chiedendoci di sceglierlo per poter essere eternamente in quella gloria che ci deve affascinare che è il gusto che ci guiderà per tutta l’eternità beata.
Ecco perché questa mattina Gesù, attraverso la parola che ci ha indirizzata, ci dice:
scegli sapendo che sei tutta grazia,
scegli sapendo che tu sei la mia sapienza,
scegli perché io voglio condurti in quella pienezza di gloria in cui ognuno di noi può ritrovare la pienezza della vita.
Questa mattina siamo, in questa Eucaristia, dei predestinati, chiamati, giustificati ad essere suoi e nel momento dell’Eucaristia, in quell’Amen, lo sceglieremo …e in quel momento saremo glorificati, gusteremo in modo pregustativo quell’ eternità beata che è il grande sogno della nostra vita.
Viviamo questa Eucaristia profondamente convinti che Dio vuol fare di noi un capolavoro in cui la sua gloria risplende in pienezza e non abbiamo paura delle nostre deficienze, questi sono luogo per supplicare e, quando supplichiamo nel Signore, non siamo mai delusi perché respiriamo una pienezza divina che ci dà speranza.
L’uomo entra in depressione perché non sa più respirare questa meraviglia di Dio che è la sua esistenza.
Viviamo così questa Eucaristia in modo da ritrovare slancio e non temere mai sapendo che, in questo momento, stiamo scegliendo la perla preziosa, il tesoro nascosto.
Scegliendo questa perla e questo tesoro intravediamo quella luce luminosa che è la Gerusalemme celeste nella quale tutti entreremo.
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