Letture: Sap 18,6-9 Eb 11,1-2.8-19 Lc 12,32-48
OMELIA
La vocazione ad essere discepoli è una vocazione a crescere ogni giorno nella vera libertà.
Attraverso l’intensità della preghiera siamo entrati nella libertà rispetto alle cose per cui, il discepolo del Signore, davanti agli avvenimenti è creatura perfettamente libera, perché il discepolo, quando vive del suo Signore, ne gode la libertà.
Gesù oggi ci aiuta a fare un passo più avanti nell’esperienza della libertà. Non solo essere uomini liberi davanti alle cose, ma essere uomini liberi davanti al tempo, davanti alle realtà ultime che raggiungono inevitabilmente l’uomo. Per cui, Gesù, questa mattina vuole educarci a come essere uomini veramente liberi davanti alle realtà ultime.
Infatti – spesse volte – l’uomo non riesce a costruire in modo autentico la sua vita perché, quando si scontra davanti alla realtà della morte, si pone la domanda che senso abbia la vita con tutti quegli interrogativi che in uno modo o in altro si affastellano nella mente e nel cuore dell’umana creatura, per cui, facilmente l’uomo ha paura (magari per inconscio) del momento in cui accadrà l’evento della morte.
Gesù oggi ci insegna ad essere anche liberi davanti alla morte perché ciò che conta non è domani, ciò che conta è oggi.
Il discepolo è chiamato a costruire la sua esistenza concentrando ogni sua scelta nell’amore dell’oggi, perché nell’oggi, noi siamo abitati da Dio, nell’oggi dialoghiamo con Dio per essere – oggi – nella pregustazione dell’eternità beata.
Il dramma dell’uomo è non riuscire a vivere in profondità il suo oggi….. la mente umana facilmente è proiettata a guardare “un futuro”, a organizzare la sua vita…. e quindi entra nella stoltezza delle paure.
La bellezza della vita è “oggi”, perché “oggi” siamo creati da Dio, “oggi” in Gesù siamo salvati, “oggi” nello Spirito Santo godiamo la presenza gloriosa del Maestro; infatti “oggi” noi veniamo creati.
Per noi, qualche volta, vivere diventa una realtà così ovvia che non pensiamo a cosa voglia dire effettivamente vivere e vivere è niente altro che la fedeltà di Dio che istante per istante ci dà il suo respiro e, poiché ogni istante è nel respiro di Dio, ogni istante è la creatività di Dio…. e poiché Dio è sommamente fedele, colui che ha iniziato in noi il mistero di vita nei nostri confronti, “oggi” ci sta creando…….
Poiché Dio è fedele, il cristiano non conosce la morte, perché la fedeltà di Dio è vita.
Ecco perché nell’ordine della creazione noi dobbiamo dire “oggi” l’atto creante di Dio, e poiché noi siamo persone che vivono la povertà esistenziale, oggi Dio ci rende creature nuove: la bellezza della fede.
La bellezza della fede è oggi lasciarci esistenzialmente rifare da Dio.
Il credente sa quanto sia vera l’espressione scritturistica: “Il Cristo fa nuove tutte le cose”, oggi il Signore fa meraviglie nella nostra esistenza e, di riflesso, oggi nello Spirito Santo, il Risorto abita dentro di noi realizzando il principio che abbiamo ascoltato nel Vangelo: “Dov’è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore” …e il nostro cuore è abitato dal Signore e poiché il Signore è glorioso, in questo istante, noi siamo abitati da Colui che godremo eternamente in Paradiso.
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