Letture: At 8,5-8.14-171Pt 3,15-18Gv 14,15-21
OMELIA
Gesù, invitandoci in queste domeniche ad entrare nel suo mistero, ha fatto crescere in noi il desiderio del volto di Dio Padre e, questa grande vocazione, alla quale siamo chiamati, diventa estremamente importante nel contesto culturale odierno nel quale usando l’espressione della prima di Pietro “siamo chiamati a rendere ragione della speranza che è in noi”.
È bello dimorare nel Signore per dire all’uomo la grandezza di Dio e, questa mattina, Gesù ci offre una interessante lettura della nostra vita perché, nel cammino quotidiano,possiamo dire la bellezza della nostra scelta del Maestro. Gesù, nel discorso che questa mattina abbiamo ascoltato, prima ci ha detto che “amare diventa osservare i comandamenti” e alla fine del Vangelo dice “chi accoglie e osserva i miei comandamenti io lo amerò”.
Sono due affermazioni sulle quali questa mattina vogliamo soffermarci in modo che possiamo nella semplicità del nostro quotidiano regalare ai fratelli quella speranza che sa illuminare ogni oscurità della vita.
Innanzitutto analizziamo il primo passaggio che ci introduce nel mistero del dono di Gesù: “chi mi ama osserverà i miei comandamenti”. Quando sentiamo la parola ” comandamenti “, in modo immediato, possiamo essere catturati dall’immagine dei 10 comandamenti, o da una visione di esperienza cristiana come il luogo di tante prescrizioni. Una simile lettura incontrerebbe non poche difficoltà nell’uomo dei nostri giorni. Se guardiamo attentamente la letteratura giovannea, ci accorgiamo d’essere di fronte a qualcosa che è molto più profondo: chi mi ama incarnerà il mio amore nello stile dell’agire.
A volte nella nostra esistenza scopriamo la meravigliosa verità di lasciarci amare da Dio amandolo nel concreto della vita.
La bellezza della vita è dire la gioia nell’esperienza feriale di lasciarci amare da Dio.
In certo qual modo ogni linguaggio della nostra vita, ogni espressione della nostra storia è l’incarnazione della gioia di lasciarci amare da Dio. Qualche volta questa prima sfumatura del Vangelo non la evidenziamo a sufficienza perché siamo presi un po’ troppo dalle nostre povertà e non riusciamo a respirare le grandezze dell’amore divino. Nel cammino della vita dovremmo ritrovare il gusto di questa signoria di Dio che intensamente ci ama in modo che i comportamenti ne siano l’espressione.
Se volessimo essere consequenziali Gesù non ci dà dei comandamenti, ma ci dice che – se vogliamo essere autentici – dobbiamo incarnare nell’essenzialità semplice di tutti i giorni la bellezza di essere amati da Dio.
Dovrebbe essere ben presente nel nostro spirito che possiamo donare speranza ai fratelli perché regaliamo, attraverso le nostre azioni, attraverso la nostra persona, la bellezza di essere amati da Dio.
Dopo questo primo elemento che Gesù ci ha regalato questa mattina ecco il secondo elemento che il Maestro divino ci offre: osservare i comandamenti per crescere nell’amore.
Una delle domande che qualche volta nascono a livello interiore, potrebbe essere questa: ” Come io posso conoscere che Dio mi ama?” Una domanda che qualche volta penetra dentro di noi, soprattutto se vogliamo passare dall’intelletto al cuore, dalle percezioni della ragione alle intuizione dell’affetto. In quel momento, riusciamo a scoprire che Dio ci ama perché le nostre azioni sono la manifestazione del gusto di volere amare nello stile del dono ricevuto. In certo qual modo Dio lo cogliamo in tutta la sua verità ponendo azioni di amore, che sono la traduzione concreta e povera nello stesso tempo della sua inesauribile grandezza amativa. Dio non ci si rivela innanzitutto con l’intelligenza, ma con la potenza del cuore che, incarnandosi nelle azioni del quotidiano, ci fa capire che Dio è amore.
Giustamente si afferma: conoscere l’amore è una delle cose più difficili, ma sicuramente una delle più affascinanti. Amare risulta difficile soprattutto quando pensiamo di conoscere l’amore con l’intelligenza; è molto più facile parlare che vivere. In realtà possiamo cogliere la grandezza dell’amore di Dio ponendo nella semplicità di tutti i giorni azioni che ne siano l’ espressione. Vivendo dell’amore di Dio conosciamo l’amore di Dio.
È una circolarità nella quale siamo chiamati ad entrare e che Gesù vuole che oggi noi acquisiamo in profondità: la convinzione di lasciarci amare dalle tre Persone divine, per incarnarne l’amore, la convinzione di incarnare l’amore per conoscere l’amore e, allora, intuiamo che una vita che si lascia trasfigurare in questo modo è una vita luminosa.
Ci saranno tante oscurità dentro e fuori, ci saranno tanti interrogativi, avvertiremo tante volte in certi frammenti della vita un non-senso della nostra storia, però se noi abbiamo il coraggio di entrare in questa visione la nostra vita è speranza per noi e per i fratelli!
Gesù non ha incontrato gli uomini semplicemente con i discorsi, il Signore è entrato nella storia degli uomini regalando loro l’amore di cui godeva presso il Padre e di cui egli era sacramento. E allora, credo che Gesù questa mattina ci dica: ” metti da parte per un momento l’intelligenza, fà operare le energie presenti nel tuo cuore perché allora ti accorgerai che la vita avrà tutta un’altra visione, perché sarà la trasparenza luminosa del divino”. Il cuore, quando agisce in gioiosa purezza, è favoloso perché è accogliere e regalare amore attraverso le piccole azioni semplici di tutti i giorni.
Se vivessimo in questo modo, quale armonia, ci accorgeremmo di quale serenità, di quale gioia sarebbe ricolmato il vissuto di tutti i giorni. Vedere una persona luminosa oggi, in un frenetico correre nevrotico è porre la domanda: come mai quella persona non è nervosa? E la risposta che nascerebbe dal cuore credente sarà molto semplice: l’amore di Dio è il mio equilibrio.
Entriamo in quest’esperienza e allora scopriremo la bellezza dell’essere discepoli: è il mistero eucaristico che stiamo vivendo.
Lo Spirito Santo che è amore ci sta regalando il Cristo Signore in quel pane e in quel vino e, in quel momento, ci sentiremo amati all’impossibile per potere fare della nostra vita i piccoli gesti di questa grandezza inesauribile di Dio.
Tale la speranza che da questa eucaristia vogliamo portare a casa per essere sorridenti di un amore ineffabile che è l’amore di Dio nei nostri cuori.
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