Letture: Dt 26,4-10 Rm 10,8-13 Lc 4,1-13
OMELIA
Il tempo quaresimale è il tempo in cui in modo tutto particolare noi siamo invitati a vivere straordinariamente ciò che appartiene all’ordinario della vita e, Gesù, che è il grande protagonista della Quaresima, questa mattina vuol aiutarci a come vivere l’esperienza della storia quotidiana.
Nell’immagine con la quale si apre il Vangelo dove Gesù pieno di Spirito Santo è condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato noi scopriamo l’immagine della nostra esistenza.
Pieni di Spirito Santo la nostra vita è condotta nella storia dallo Spirito perché si evidenzi che cosa determini le nostre scelte quotidiane.
Nello Spirito viviamo l’oscurità della storia secondo l’immagine che Gesù, questa mattina, ci vuol donare.
Ci accorgiamo che davanti alle difficoltà in cui egli si viene a trovare la risposta è stata una sola: la Parola di Dio, il libro del Deuteronomio, la narrazione del Dio fedele.
Nella storia, Gesù, perciò, quando deve risolvere il dramma della sua esistenza si affida alla parola di Dio, si fida della parola di Dio e riempie di luce le tenebre del quotidiano.
Ma cosa significa fidarsi della parola di Dio?
Noi, tante volte, possiamo correre il rischio di vedere la parola di Dio semplicemente come un libro, dimenticando cosa significhi “parola”, cosa significhi parlare, cosa significhi “ascoltare la parola”.
Se guardiamo attentamente cosa significhi “la parola” ci accorgiamo che essa è l’espressione verbale della comunicazione di una interiorità.
Quando entriamo nell’esperienza della vita, come l’uomo comunichi sè stesso all’altro, ci accorgiamo che normalmente l’uomo comunica sè stesso attraverso le parole.
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