Letture: At 4,8-12 1Gv 3,1-2 Gv 10,11-18
OMELIA
La presenza del Risorto cresce nella nostra consapevolezza sempre più quanto più ci accostiamo al mistero della sua persona, quanto più entriamo nella sua interiorità, quanto più facciamo di lui il senso della vita.
Usando il linguaggio della prima lettera di Giovanni possiamo gustare la gioia di essere figli nel Figlio.
Questo grande mistero nel quale il tempo pasquale ci introduce si ritraduce in una parola, in un’espressione che per ben cinque volte il Vangelo questa mattina ci ripropone: dare la vita. L’interiorità esistenziale con il Maestro ci porta a percepire la profondità di questa espressione che Gesù ci vuole offrire: dare la vita.
Facilmente, quando sentiamo questa espressione, pensiamo che essa si riferisca al discorso del morire. Se ci accostiamo alla rivelazione scritturistica ci accorgiamo che il dare la vita ha una intensità di valore molto più profonda.
Il dare la vita è di chi, venendo ad abitare tra gli uomini, vive l’ospitalità degli uomini dando ad essi ospitalità: è il mistero dell’Incarnazione e dell’intero arco della vita di Gesù.
Il dare la vita è essere nell’ ospitalità di Gesù ci offre, perché il dare la vita è la grandezza di un’esistenza che è tutto dono.
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