Letture: At 1,1-11 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53
OMELIA
Il signore in queste domeniche ci ha posto dinnanzi alcune profonde esigenze poiché fare l’esperienza del risorto è rinnovare radicalmente la nostra interiorità godendo del cuore e della mente del Signore.
Di fronte a questi grandi esigenze l’uomo si riscopre sempre più povero; quanto più l’uomo entra nella profondità del mistero, tanto più percepisce quanto sia per lui arduo camminare nella mentalità del Maestro.
La festa di oggi diventa la celebrazione della nostra speranza, infatti, potremmo definire la festa dell’ascensione di Gesù nel cielo come il gaudio di una comunità che gode la reale presenza di Cristo nel tempo e nello spazio.
Davanti al mistero dell’ascensione noi possiamo essere tentati di pensare che il Signore, salendo al cielo, sia “lassù”, ma se entriamo nella profondità dell’evento, così come l’evangelista Luca ce lo ha descritto, avvertiamo un altro orizzonte: Gesù non è salito semplicemente in cielo, Gesù è rimasto gloriosamente in mezzo a noi.
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