Omelie di Mons. Antonio Donghi

14 settembre 2015

XIV DOMENICA T.O. – ANNO B – 05 Luglio 2015

Filed under: g. Luglio 2015, Omelie anno 2015 — papolino25 @ 20:13

Letture: Ez 2,2-5 2 2Cor 12,7-10 Mc 6,1-6

OMELIA

gioia5wLa bellezza del Vangelo è fare l’esperienza della novità quotidiana di Dio.

Il cristiano accogliendo il Maestro ritrova giorno per giorno il senso e il gusto della vita, ma l’interrogativo che nasce a livello interiore potrebbe essere espresso in questi termini: ma qual è la strada che dobbiamo percorrere per gustare veramente la vita?

Dal momento che Gesù non ha scritto niente, non ci ha detto o non ci ha dato nessuna precettistica, ma ci ha consegnato semplicemente se stesso. La bellezza dell’evento cristiano non è un codice morale, ma una persona e quindi l’interrogativo che nasce nel cuore dell’uomo è: come mi devo comportare per fare scelte evangeliche?

In questa dialettica appare il volto del profeta: Gesù è il profeta. Quando vogliamo veramente cogliere il nucleo della nostra esistenza e trovare l’anima delle nostre scelte dobbiamo andare da Lui che è il profeta.

Ma cosa vuol dire la parola profeta se non colui che, guidato dalla potenza dello Spirito Santo, dice all’uomo quale dovrebbe  essere l’itinerario nella sua vita. Il profeta è la parola di Dio perché l’uomo sia se stesso.

Gesù questa mattina si definisce “profeta” perché se guardiamo attentamente la nostra identità noi siamo nati da Dio e quindi il criterio su cui costruire la nostra vita è il Creatore! Questa è la fonte, questa è la norma, questa è la meta della nostra esistenza e solo chi è presso Dio può effettivamente regalarci la strada per giungere veramente alla vita!

Senza lo sguardo intensamente rivolto al Signore noi non sappiamo come vivere.

È’ una verità, questa, che dovremmo lentamente acquisire perché siamo tutti tentati di avere delle norme precise a cui rimanere fedeli, ma in questo caso non c’è più la bellezza della fede, non c’è più la creatività del soggetto, non c’è più il dialogo Dio-uomo che caratterizza la rivelazione. Gesù è il profeta perché ci dice l’oggi del Padre e, cosa ancora più bella, diventa l’energia di Dio per compiere le opere del Padre… è profeta che non solo dice, ma dà la capacità di vivere! La bellezza della fede è accogliere Gesù, giorno per giorno, perché lui sia il criterio attorno al quale costruire le nostre scelte quotidiane. In certo qual modo dovremmo dire sempre: mi sono comportato così perché così dice il Signore! E se noi in questo nostro cammino dicessimo: Signore è la tua norma è troppo alta per me, il tuo stile di vita è superiore alle mie forze! Egli ci direbbe :” di che cosa hai paura? Io sono dentro di te! “

Non è solo un profeta che dall’esterno ci dà una luce, ma è un profeta che in noi continuamente genera il senso della vita e l’energia per poter operare nello stile del Vangelo.

Il cristiano nel momento in cui dimenticasse di essere orientato al mistero di Gesù e non godrebbe di riceverlo in verità e in pienezza, non riuscirebbe a costruire la sua vita nello stile del vangelo. È’ la novità estrema del cristianesimo che non è un codice morale, ma il gusto di una relazione, non è uno stile di vita prefigurato, ma è una dialettica creativa dove Dio parla l’uomo e l’uomo parla con Dio.

Ricordiamo sempre come nella visione già dell’antico Testamento si diceva che Dio scrive la sua legge nel cuore dell’uomo e che nei tempi messianici non ci sarà bisogno di alcun maestro perché Dio parlerà direttamente al cuore dell’uomo. L’uomo non ha paura perché il cuore dell’uomo è abitato dal Profeta il quale ci indica la via e nello stesso tempo ci dice: io opero in te.

È’ la via che Gesù ci insegna, ed il motivo per il quale Gesù non è accolto dai suoi concittadini è che  la via deve essere molto semplice: essere dono totale agli uomini. La bellezza della vita è essere una gratuità che si dona continuamente. L’uomo che entra in questo orizzonte ritrova l’autentica libertà. Infatti la bellezza del cuore umano è regalarsi e regalarsi continuamente. Allora comprendiamo perché Gesù si meravigli della incredulità dei suoi concittadini, perché i suoi concittadini hanno paura di costruire una vita come dono perché quando uno costruisce la vita come dono, in quel momento, si aprono orizzonti infiniti e uno non è mai sicuro di essersi donato in pienezza! L’uomo è tentato di centellinare il regalo che fa di se stesso all’altro e allora, non può essere accettato chi ti insegna di donarti a 360°. Eppure la bellezza della vita come il Padre dall’eternità l’ha pensata creandoci  è di essere puro dono. Uno nasce per essere gratuità inesauribile nei confronti dei fratelli.

Gesù è profeta perché ci dice: ” sii dono come io sono dono, sii dono perché io abito in te come dono, la tua vita sia un riflesso di questa gratuità.”

Allora intuiamo che il cristiano gode l’autentica libertà perché non è più condizionato dalle paure, dalle situazione socio economico politiche, non è più condizionato dal parere degli altri, ma canta la libertà nell’essere un dono che si consegna.

Questa è la bellezza della nostra esperienza di fede e allora se troviamo delle difficoltà, anche a noi Gesù profeta rivolge le stesse parole che ha rivolto a Paolo: “ti basta la mia grazia! perché nella tua debolezza si sviluppa la bellezza dell’amore di Dio”, Anche nelle nostre povertà storiche siamo gratuità in lui.

Il Signore convocandoci attorno a sé questa mattina ci vuol dare questo stimolo: Gesù è il dono del Padre all’uomo perché l’uomo accostandosi a questo dono ritrovi sé stesso.

Guardare Gesù come il Maestro che ci si regala in modo continuo e inesauribile. Quando l’uomo ha davanti a sé questa meravigliosa immagine, la sua vita, anche nella massima povertà, anche nella massima debolezza, si scopre un capolavoro. È’ la bellezza della nostra vita di fede! E questo mirabile mistero lo stiamo vivendo: qual è la bellezza dell’eucaristia?

Essere dono da parte di Gesù che si regala a noi nonostante le nostre drammatiche povertà.

La bellezza dell’eucaristia è il dono di sé a noi.

La bellezza dell’eucaristia è lasciarci amare in piena e assoluta gratuità.

L’uomo quando va all’eucaristia non guarda mai unicamente alle sue condizioni morali, guarda solo al fascino di Gesù e in quel momento, in quel fascino, si sente perdonato, in quel fascino si sente attirato, in quel fascino si ritrova continuamente riempito da un dono d’amore inesauribile e inconcepibile.

Viviamo quest’esperienza nella serenità del cuore, certi che quando l’uomo in purezza di cuore si sente tutto dono, canta la gratitudine, e l’uomo che sa cantare la gratitudine è un uomo ricco di speranza nonostante le vicende storiche.

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