Omelie di Mons. Antonio Donghi

29 aprile 2010

IV DOMENICA DI PASQUA – Anno C, 25 Aprile 2010

Filed under: d. Aprile 2010, Omelie Anno 2010 — papolino25 @ 21:32

Letture: At 13,14.43-52           Ap 7,9.14-17              Gv 10,27-30

OMELIA

Immersi nella gratuità misericordiosa di Dio noi godiamo della presenza del Risorto: è il cammino che la Chiesa ci sta facendo percorrere in questo tempo.

Vedere il Risorto è ritrovare il gusto della vita e il senso della vita è crescere nell’esperienza del Risorto. Ora, nel momento in cui ci poniamo nell’atteggiamento di essere affascinati dal Risorto, Egli ci aiuta a fare un passo più avanti, ad entrare nella vita propria delle tre Persone divine.

E’ quello che Gesù questa mattina potrebbe volerci regalare attraverso il testo evangelico ascoltato: il Risorto ci colloca nel meraviglioso rapporto che esiste tra lui e il Padre: “Io e il Padre siamo una cosa sola” ha detto Gesù, quindi, la bellezza dell’esperienza del Risorto è entrare in questa comunione che esiste tra il Padre e il Figlio.

In certo qual modo l’incontro con il Risorto è un passaggio: vedere il Risorto per godere questa vita di comunione che esiste tra il Padre e il Figlio.

E’ il senso stesso della nostra esistenza e della meta verso la quale tendiamo continuamente dove, nell’eternità beata,  vivremo eternamente questa comunione: Padre – Figlio – nello Spirito Santo. Tuttavia di fronte a questa grande visione che ricolma di speranza la nostra esistenza perché ci porta fuori dalle nostre solitudini e ci immerge in ciò che veramente vale, in noi nasce la domanda se sia veramente possibile entrare in questa affascinante avventura.

Gesù questa mattina – attraverso due espressioni – ci dice che questa avventura è possibile perché siamo nelle mani di Dio.

E’ molto bello come Gesù utilizzi, nel linguaggio di Giovanni, l’immagine delle mani: siamo nelle mani del Figlio, siamo nelle mani del Padre.

Essere nelle mani è sicurezza.

La grandezza della nostra vita quando la vogliamo leggere nel senso più profondo è una vita nelle mani di Dio dalle quali – lo ha detto Gesù – noi non possiamo mai scappare e “nessuno –  ha detto Gesù – le strapperà dalle mie mani”. Ecco perché il cristiano quando cammina nella storia ha questa percezione fondamentale: sono nelle mani di Dio. Spesso l’uomo è ricco di interrogativi, di problematiche… l’uomo pensando molto a se stesso complica sempre ciò che è semplice… il cristiano ritrova la serenità quando coglie la sua esistenza nelle mani di Dio.

Dove abito, dice il cristiano a Gesù, e Gesù risponde: nelle mani mie e del Padre.

Quando, nell’itinerario della nostra esistenza, cogliamo questo aspetto siamo sempre nella fiducia.

Ma questa idea di mani è ancora più profonda perché l’immagine delle mani ci porta all’artista, l’artista che plasma.      Dio non è una statua, Dio è dinamico!

In certo qual modo Dio nel momento in cui ci ha creati ha incominciato a plasmarci. Cos’è la vita?

Essere nelle mani plasmatrici della Santissima Trinità, nelle mani del Padre e del Figlio, nell’energia creatrice dello Spirito Santo! Allora l’esistenza nella concretezza delle sue situazioni che in modo immediato crea problemi al nostro sensitivo diventa un’esaltante avventura: lasciarci plasmare da Dio.

La storia è la forza plasmatrice delle tre Persone divine. Ecco perché Gesù ha detto: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e mi seguono”, si lasciano plasmare!

Nel momento nel quale facciamo la scelta d’essere discepoli lasciamo alla Trinità di agire e plasmarci come vogliono le tre Persone…. tanto il progetto è loro… e nelle loro mani saremo dei meravigliosi capolavori. E’ una verità che deve penetrare dentro di noi perché è il senso stesso della vita: è bello conoscere il Risorto per entrare in quel rapporto creativo Padre-Figlio nella potenza penetratrice dello Spirito Santo.

Davanti a questo scenario Gesù ha un’altra parola che ci ricolma ancora più di forza e di speranza. Gesù ha detto: “Il Padre mio, che me le ha date”. Qualche volta ci poniamo la domanda: che cos’è la mia vita?

Soprattutto in alcuni momenti di particolare tormento dove l’uomo si pone l’interrogativo se valga la pena o meno di vivere: è’ il dramma dell’uomo dei nostri giorni!

Gesù ci dice: non temere, tu sei il regalo che il Padre mi ha fatto. Davanti alla domanda che senso ha la vita, Gesù ci dice: sei un regalo. Quando dall’eternità Dio ci ha pensato e attraverso i genitori ci ha dato la luce, egli, il Padre ci ha regalati al Figlio.

La bellezza della vita è di essere un regalo Padre – Figlio.

Quando spesso cadiamo nel nostro pessimismo dimentichiamo questo valore essenziale: siamo un regalo intratrinitario e le tre Persone si scambiamo meravigliosi regali. Ecco perché il cristiano nel profondo della sua vita, nonostante le angustie storiche, ha l’ebbrezza della vita divina, perché quando avvertiamo nel profondo della nostra esistenza di essere un regalo tra le tre Persone divine, la nostra vita diventa esaltante, non siamo più soli, stiamo diventando un capolavoro, ma soprattutto ci si apre quell’orizzonte di eternità beata come giustamente ci ha detto l’autore dell’Apocalisse: entriamo nel nostro rinnovamento esistenziale.

Ecco perché il cristiano nel cammino della sua storia, nonostante gli imprevisti esistenziali, le povertà storiche, le solitudini,  sa di essere nelle mani divine…. a me lasciarle agire… per poter edificare quel capolavoro che dall’eternità Dio Padre ha pensato.

Quando entriamo nella “rigidità” in quel momento impediamo alla Trinità di agire ed allora, ovviamente, la Trinità deve inventare qualche cosa e renderci plasmabili e nella Trinità riusciamo veramente a realizzare la nostra vita.

Ecco perché il cristiano ama il Risorto, brama la comunione divina lasciandosi plasmare dalle meravigliose mani del Padre e del Figlio, nell’energia illuminante e rigeneratrice dello Spirito Santo, per cui quando, in questa settimana potremmo cadere in qualche dubbio, in qualche difficoltà, ripetiamoci la frase di Gesù: “Siamo un regalo del Padre al Figlio” e quando vediamo la nostra esistenza in questo regalo saremo poveri uomini, ma in Dio siamo capolavori!

Ecco perché questa mattina il Signore ci chiama attorno a sé…..cos’è l’Eucaristia?

L’Eucaristia è il Padre che ci regala al Figlio: quando veniamo a messa siamo persone che si sentono regalate al Padre al Figlio e il Figlio si regala a noi, il Corpo e il Sangue…

Ecco perché la bellezza dell’Eucaristia è essere un regalo dove Dio si regala,  per cui uscendo di chiesa abbiamo l’ebbrezza di chi segue l’Agnello senza alcun timore, perché nella vita divina il buio è meravigliosamente luminoso!

Chiediamo allo Spirito Santo che ci doni questa sapienza, anche solo all’inizio, per poter veramente ritrovare quella speranza che l’uomo cerca, ma che viene solo da Dio, da quel Cristo risorto che ci dà l’ebbrezza della vita.

Tale sia il mistero che vogliamo vivere e condividere per essere uomini di grande speranza.

Dimentichi di noi, affascinati dalla Trinità, nella speranza camminiamo verso il glorioso paradiso.

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